giovedì 8 novembre 2012

FERMARE IL DECLINO DEL SISTEMA OCCIDENTALE

Sono passati quasi 11 mesi dall’ultima volta che ho scritto .
Durante tutto questo tempo ho ritenuto di non scrivere perché volevo verificare se le mie convinzioni erano errate o se invece tutte le mie paure dello scorso anno fossero motivate ed ancora attuali.
Durante il 2012 il governo Monti ha operato (male a mio avviso) perché ha solo tamponato la ferita ma non ha curato il malato Italia.
In ogni caso  non voglio parlare della situazione economica dell’Italia alla quale dedicherò uno dei prossimi  post perché  oggi c’è qualcosa di più importante da analizzare.
Oggi voglio provare a pensare e scrivere su quale futuro sia riservato alle economie dell’Occidente.
Sin dai tempi della Rivoluzione industriale le condizioni di vita dei popoli occidentali hanno iniziato una rapida ed inarrestabile ascesa. Nonostante il periodo sia stato funestato da diverse terribili guerre la parte evoluta del mondo ha potuto godere giorno per giorno dei miglioramenti offerti dalle nuove scoperte scientifiche.
Maggiori scoperte – migliore possibilità di produrre beni e servizi – maggiore ritorno economico per aziende ed operai – maggior richiesta di nuovi servizi offerti e così via.
Come sappiamo rialzo chiama rialzo ed ecco che il  PIl si è incrementato anno dopo anno e come era  logico si sono    alimentate aspettative via via sempre più elevate.
Ci si è continuamente dati target di crescita sempre più ambiziosi ed abbiamo trasmesso ai nostri figli la convinzione che la loro vita sarebbe stata migliore di quella dei loro genitori.
Tutto questo è durato sino agli anni 90 quando è iniziato il rallentamento dei bisogni nel mondo occidentale.
Negli stessi anni la parte di mondo sin qui sottosviluppata ha iniziato ad emergere andando a riempire  spazi sempre più ampi nell’economia mondiale. Sfruttando il costo della manodopera estremamente basso le nazioni emergenti hanno sottratto notevoli volumi di produzione al mondo occidentale ed il fenomeno della “delocalizzazione” ha avuto un rapido e vorticoso inizio.
Parte dei nuovi livelli di produzione è stata assorbita in termini relativi dall’aumento dei bisogni/consumi  conseguente nel mondo emergente. Tale dato ad oggi non è stato però capace di compensare a pieno la sottrazione di produzione registrata.
Per poter compensare tale squilibrio le nazioni occidentali hanno iniziato ad utilizzare la leva finanziaria e hanno ritenuto di poter temporaneamente supplire alla crisi che si sarebbe determinata andando ad aumentare i livelli di deficit delle singole nazioni.
E’ evidente agli occhi di tutti che la salvaguardia dei livelli di benessere sociale raggiunti è stata faticosamente mantenuta grazie all’esplosione dei deficit della varie nazioni.
Tutto questo ha retto sino al 2008 quando la crisi finanziaria globale è deflagrata  mettendo a nudo tutti i limiti del sistema.
Oggi ci si è accorti in Europa che i deficit non possono essere ulteriormente dilatati e sono state avviate misure di rientro che però evidentemente hanno incrementato  il fenomeno recessivo.
E’ di questi giorni poi il dibattito su quali decisioni dovrà prendere l’amministrazione degli Stati Uniti per evitare il Fiscal cliff.
E’ troppo facile sottolineare che anche i grandi States hanno un enorme problema.
Tutti hanno continuato a ritenere che questa nazione potesse correre all’infinito ed hanno incensato la costante crescita del PIL. Peccato che a PIL +2 corrispondeva un deficit di bilancio del 10%.
Vogli farvi sorridere   affermando  che  anche la povera Italia con un deficit del 10% avrebbe potuto avere un PIl positivo nel 2012.
Oggi gli Usa hanno un bel problema: come fare a ridurre il deficit e non far crollare l’economia.
Certo dovranno evitare il fiscal cliff  perché qualsiasi strumento automatico avrebbe effetti dannosissimi sul sistema ma pensiamo  che le scelte che verranno fatte saranno forse poi così diverse?
Certo gli incrementi di tasse saranno più intelligenti e mirati e la riduzione dellla spesa sarà fatta avendo riguardo alle conseguenze sull’economia ma alla fine parleremo  pur sempre di minori risorse immesse nel sistema.
A mio avviso, ben che vada, gli Usa dovranno tagliare il deficit di almeno il 5% e ciò non potrà non avere come conseguenza una discesa del Pil di almeno 3 punti percentali.
Pur presente l’incremento costante dei consumi nei paesi emergenti che rallenterà il fenomeno, assisteremo comunque ad una continua e costante lenta discesa del PIl dei paesi occidentali.
Tutto questo ha un senso?
Io credo di si. E’ inutile stupirsi ma sino ad oggi solo 1/7 della popolazione del mondo aveva goduto di ampi benefici mentra la rimanete parte viveva nella fame.
Oggi questa grossa parte del mondo reclama un posto alla mensa mondiale ed anche ritagliandosi solo un piccolo angolo andrà a sottrarre parte del cibo ai vecchi commensali i quali a loro volta non sapranno darsi pace per l’accaduto.
Oggi non possiamo più fingere e dobbiamo finalmente capire che la redistribuzione di reddito nel mondo è iniziata e che occorrerà gestire questa fase mediante un intelligente fase di Easy Landing.
Le minori risorse a disposizione dei paesi occidentali andranno gestite con intelligenza  riducendo gli sprechi per far si che gli effetti siano meno dolorosi .
Sarebbe opportuno che i governi occidentali spiegassero la situazione  e con profondo realismo iniziassero ad agire per conseguenza.
Registro purtroppo invece il mantenimento delle promesse elettorali perché nessuno ha il coraggio di dire la verità.
Lo stesso Obama, che personalmente stimo a livello umano, ieri si è spinto a dire che “il meglio deve ancora venire”. Spero di sbagliarmi ma purtroppo temo che sia l’ennesima presa in giro.
La mia infanzia vissuta nella normalità (non voglio offendere i miei genitori definendola ai limiti della povertà) mi ha insegnato che si può  comunque vivere  bene anche con qualche risorsa in meno.
L’importante è farsene una ragione evitando isterismi inutili.
Per Fermare il declino del mondo occidentale occorre  a mio avviso  gestire la fase recessiva e saper  contrastare il terribile fenomeno della disoccupazione.
Io credo che a livello globale vada sviluppato un tavolo di concertazione fra imprenditori e forze sindacali.
Io penso che sia giusto che tutti possano se lo meritano  avere un lavoro e che sia preferibile un mondo con il 100% di occupati pur con uno stipendio ridotto del 5% rispetto al mondo attuale dove la difesa dei livelli salariali determina un costante aumento dei disoccupati.
Meno soldi + lavoro.
Tale equazione potrà garantire pace sociale e placherà le tensioni che oggi stanno esplodendo.
Resta il problema della gestione dei deficit a fronte del calo del Pil ma a tale argomento dedicherò il prossimo post.
Un saluto a tutti

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