domenica 27 novembre 2011

LE COLPE DEGLI ALTRI


Venerdi’ sera sono stato invitato a Udine ad una riunione organizzata da un circolo di Udine.
Obiettivo della serata era un incontro fra politici e cittadini per un confronto di
proposte.
Ognuno poteva partecipare ed aveva tre minuti per proporre un’idea alla sala.
Erano presenti oltre 100 persone fra le quali c’erano un paio di senatori, un deputato diversi consiglieri provinciali e sindaci.
Ampio e variegato il dibattito con interventi più o meno interessanti.
Ho preso ad un certo punto la parola per invitare i presenti a dimenticare il passato e nello spirito da me richiamato sulla pagina del corriere, a cercare di costruire insieme alle forze politiche avverse un clima di collaborazione per poter affrontare al meglio la crisi. Ho anche sottolineato le problematiche della crisi dando ampio risalto alla possibilità che la stessa ci travolga con drammatici risvolti economici e sociali (ho parlato di possibile default e di disoccupazione al 30%).
Nessuna reazione, la sala ha continuato come prima ed i relatori hanno solo
incrementato la peraltro già marcata ricerca degli alibi.

Come sempre la colpa non è mai dei politici; c’è stata una difesa ad oltranza della
politica intesa in senso lato sottolineando l’impegno che tutti, politici nazionali e non mettono al servizio della nazione. Alla fine si è capito che se l’Italia va male la colpa è solo dei dipendenti pubblici e delle banche.

Ma la finiamo di dare la colpa agli altri e di non assumerci mai le nostre responsabilità?

Purtroppo in Italia se la squadra del cuore perde è colpa dell’arbitro, se avvengono
le disgrazie è colpa del padreterno e di sicuro il deficit in cui è piombata la nostra
nazione è colpa degli alieni.

Non posso nel 2011 ascoltare ancora interventi di questo tipo pretestuosi ed immaturi.
Quand’è che la nostra classe politica maturerà e dimostrerà finalmente di saper governare?

Da ultimo una triste osservazione:
ripeto oltre 100 persone in aula di cui almeno una settantina politici di professione;
ho lanciato volutamente un segnale d’allarme pesante e preoccupato per stimolare il dibattito ma non ho avuto alcun riscontro.

Uscendo dalla sala alla fine solo il cameramen mi ha fermato per chiedermi se avessi esagerato o se la situazione fosse veramente preoccupante.
Ma quando parlavo gli altri a cosa stavano pensando?
Vivono qui fra noi o la casta viaggia 3 livelli sopra per cui non può udire il grido di
dolore della società?

E’ stato l’ennesimo segnale preoccupante che registro da domenica scorsa; c’è
sottovalutazione del problema e grande indifferenza.

Sono preoccupato perché ogni giorno la crisi avanza; ho pagato di tasca mia una
pagina per richiamare i politici a maggiore attenzione e scopro che invece nessuno fa niente.

Sul corriere di oggi c’è un’ampia elencazione dei possibili effetti del break up
dell’euro e , anche prendendo per buona la metà delle cose affermate, si capisce che le conseguenze sarebbero devastanti.

Mi fermo qua, domani posterò una mia analisi sui possibili sviluppi della crisi e a
metà settimana vi spiegherò la mia idea per uscire a testa alta da questo disperato
momento.

Ciao a tutti.

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