Ormai da diversi anni gli equilibri del
mercato monetario sono influenzati dalla ingombrante presenza delle
banche centrali.
Dall'inizio della crisi scoppiata negli
USA con la caduta del mercato immobiliare ed il fallimento della
Lehman la Federal Reserve è diventata attore protagonista del
mercato. Per combattere la paura di una caduta in recessione stile 29
la Fed, sotto la guida di Ben helicopter Bernanke, ha inondato i
mercati di liquidità per importi inimmaginabili sino a pochi anni
fa.
Lo sforzo della Fed non è stato vano
ed infatti in questi anni gli Usa sono riusciti a mantenere il
dollaro debole e a rilanciare l'economia della nazione.
Nonostante le critiche rivolte al
presidente Obama non si può non sottolineare come, nonostante la
crisi del sistema economico dell'occidente, gli Usa siano riusciti a
mantenere elevati i livelli di occupazione pur con qualche sacrificio
in termini di reddito pagato ai lavoratori.
I vari QE lanciati non hanno al momento
causato un aumento dell'inflazione ma hanno invece generato una ormai
evidente bolla dei mercati finanziari, bolla sia sull'equity sia
soprattutto sul mercato obbligazionario.
L'annuncio dello sospensione dei QE
aveva spaventato i mercati durante il 2013 ma poi la Fed stessa,
timorosa di rompere il giocattolo , aveva modificato la propria
comunicazione per far meglio digerire la sospensione della fornitura
della droga monetaria ai mercati.
Quando si pensava che il gioco fosse
arrivato alla fine i mercati sono stati sorpresi dall'annuncio di un
QE questa volta lanciato dalla Bank of Japan.
Il Giappone è ormai da tempo entrato
in una recessione secolare, recessione dalla quale ha pensato di
uscire con una mossa importante e, per le abitudini del paese del Sol
Levante, sconvolgente.
Purtroppo il risultato ottenuto in
termini di rilancio del PIL non è stato significativo e diversi
analisti parlano di fallimento del QE ma di certo con questa
operazione la Bank of Japan è riuscita d'un colpo a rilanciare la
borsa del Giappone e a svalutare lo Yen.
Nuova benzina aggiuntiva per i mercati
con conseguente aumento della propensione al rischio.
Non bastasse tutto questo anche la BCE
per bocca di Mr. Mario Draghi ha più volte annunciato un intervento
sui mercati con operazioni non convenzionali non meglio precisate.
Occorre a questo punto fare un passo
indietro e ritornare alla crisi dell'Euro del 2011.
In tale anno il mondo, soprattutto
quello finanziario, si era convinto che l'Europa si sarebbe sfaldata
e che l'Euro sarebbe saltato sulla debolezza dei paesi periferici.
Gli spread erano esplosi e il
rifinanziamento del debito dei paesi del Sud Europa era diventato
problematico.
La crisi Greca aveva poi scatenato la
speculazione che ormai dava per scontato il crollo dell'Italia della
Spagna e del Portogallo.
Da quella fase la crisi è rientrata
grazie all'intervento della BCE che, guidata da Mario Draghi, ha
provveduto a far rientrare gli spread mediante l'acquisto sul
secondario di titoli di stato dei paesi in difficoltà.
Questa fase non è stata sufficiente ed
il calo dei tassi troppo lento ha causato la ricaduta in
recessione dei paesi del Sud Europa.
Fra Marzo e Luglio 2012 i mercati,
pensando che la Bundesbank si sarebbe opposta ad ulteriori acquisti,
hanno provato a vedere se Mr. Draghi stesse bleffando ed hanno
re-iniziato a premere sugli spread rimettendo in difficoltà il
Sistema.
Si è arrivati al 26 Luglio 2012 il giorno del
“whatever it takes”.
In quel giorno Mr. Draghi ha messo in campo tutta la sua
credibilità ed ha di fatto avvisato i mercati che la BCE avrebbe
fatto qualsiasi sforzo per difendere la solidità dell'Euro.
Da quella data è iniziata una partita di poker interessantissima
che vede coinvolti i mercati da un lato e la BCE anzi Mr. Draghi
dall'altra.
Chi ha creduto nelle parole del Presidente della Bce ha iniziato a
comprare il debito pubblico dei paesi periferici, i tassi sono
finalmente rientrati e gli spread ridiscesi a livelli insperati.
Questa operazione sta permettendo alla nazioni del Sud di
rifinanziare il debito a condizioni particolarmente vantaggiose. Oggi
lo spread sul Bund non supera i 140 punti base; l'Italia si finanzia
sul breve a tassi vicini allo zero e a lungo “10 anni” con tassi
non superiori al 2,3%.
La conseguenza è che il costo medio del debito che aveva superato
il 4% con oneri finanziari per l'Italia che avevano raggiunto i 90
Miliardi anno sta piano piano scendendo. La duration media del debito
pari a circa 7 anni non permette di ottenere risparmi immediati ma
comunque assistiamo ad una significativa riduzione tendenziale
dell'onere del debito con risparmi già superiori ai12/MD anno.
Tali risparmi, se i tassi non cambieranno, diventeranno anno dopo
anno maggiori e potrebbero in prospettiva portare in 2 o 3 anni ad
una riduzione degli oneri finanziari dai 90/MD pagati a meno di
50/MD.
Su questi risparmi conta il Governo Renzi per riuscire a contenere
il deficit che altrimenti sarebbe ancora superiore al 3%.
Purtroppo registro che il governo non sta approfittando di questa
fase favorevole e non vi sono stati significativi interventi di
controllo della Spesa pubblica anzi dello Spreco pubblico “ahimè
Giannino quanto ci manchi”!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
I mancati interventi di controllo della spesa non permettono il
taglio delle imposte né in Italia né in Francia ed infatti entrambe
le nazioni sono in estrema difficoltà sia sul deficit sia sul
debito.
Il PIL delle due nazioni non cresce e per conseguenza il numero
dei disoccupati aumenta.
La situazione può diventare esplosiva e ne consegue una crescita
di movimenti anti Euro molto importanti. In Francia il partito della
Le Pen ha raggiunto livelli di voto clamorosi e in Italia due
movimenti diversi fra loro “Lega Nord e Mov 5 stelle” hanno più
volte dichiarato la loro contrarietà alla moneta unica.
Se non verrà superata la crisi la disoccupazione crescente
fornirà linfa vitale a questi movimenti di protesta e prima o poi si
arriverà ad una frattura dell'Euro.
Come uscire da questa spirale perversa?
Governanti capaci potrebbero con scelte adeguate aiutare
l'economia a ripartire ma purtroppo il panorama politico è
desolatamente vuoto.
Pensate che nel gennaio 2012 incontrai a Roma gli allora deputati
del PD Letta e Fassina. Ad entrambi presentai delle proposte e
suggerimenti perché dissi che, in assenza di interventi, la
situazione economica si sarebbe aggravata ed il PIL sarebbe
continuato a scendere sino al 2014.
Mi fu risposto da entrambi che tali suggerimenti pur graditi erano
superflui in quanto a loro dire l'economia sarebbe ripartita già dal
giugno di quell'anno!!!!!!Sic che incapaci. . . .
Voi capite perché oggi annaspiamo nel buio e perché Mario Draghi
insiste con l'idea del lancio di un QE Europeo. Egli è fermamente
convinto che solo un calo prolungato dei tassi per tutti i paesi sia
condizione essenziale ancorché non sufficiente per far ripartire
l'economia.
Voi direte; dove sta il problema? Ad oggi, senza investire un Euro
dal 2012, la BCE è riuscita nello scopo ma come dicevo all'inizio si
tratta pur sempre di una partita a Poker fra i mercati e Draghi. Il
presidente della BCE non perde occasione per mandare nuovi segnali
volti a rafforzare gli argini della sua condotta ma il suo lavoro è
costantemente boicottato dalla Nutrie Tedesche che di notte
distruggono, come faceva Penelope con la sua tela, il lavoro svolto.
A questo punto a chi crederanno i mercati, a Draghi o a
JensWeidmann e ai suoi accoliti?
Anche oggi Sabine Lautenschlaeger ha affermato che la BCE non
potrà acquistare titoli pubblici.
Statene sicuri: fra un po' qualcuno proverà a vedere se Mario
Draghi fa sul serio e soprattutto se è legittimato ad agire. Gli
spread sui periferici risaliranno diciamo di un centinaio di punti e
la BCE dovrà intervenire. Quante munizioni avrà allora a
disposizione Mr. Draghi? Illimitate o almeno i 1.000 miliardi
annunciati? Oppure dopo i primi 50 / 100/MD spesi l'opinione
pubblica tedesca insorgerà bloccando il tutto.
Chissà cosa succederà. Di certo se la BCE verrà bloccata dai
falchi Tedeschi nascerà un caso politico ed è probabile che si
arrivi all'uscita dall'Euro della Germania e dei suoi amici, ipotesi
di recente spiegata dal Prof. Zingales , uscita che avrà le
conseguenze che tutti potete aspettarvi.
Chi vivrà vedrà.
Da ultimo permettetemi di introdurre l'argomento del prossimo
post:
La prossima deflagrazione del sistema bancario Europeo.
Di questo parlerò la prossima volta,
Saluti e auguri. . . . . .
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